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Gli inizi. Alla vigilia dell’Anno della Fede, nel 2013, l’OPAM ha pensato di dare il proprio contributo alla riflessione facendo conoscere la realtà delle famiglie catechiste nelle giovani Chiese, soprattutto africane e promovendo il sostegno alla loro formazione con la Campagna Adotta un catechista. Da anni siamo infatti testimoni di come il loro ruolo nell’edificazione di una Chiesa “famiglia di famiglie” ma anche quello meno noto di promotori di sviluppo sia centrale.
La prima comparsa ufficiale di catechisti laici risale al cardinale Joseph Malula (1917-1989) il quale a Kinshasa aveva lanciato nel 1975 l’esperienza dei bakambi, catechisti cittadini a cui viene affidata la gestione ordinaria di una quasi-parrocchia, mentre un prete è responsabile degli aspetti sacramentali di due o tre parrocchie gestite da bakambi.
Oggi l’esperienza più diffusa, data la struttura sociale africana, è certamente quella dei catechisti rurali. Eppure molte diocesi delle giovani Chiese specialmente in Africa sono prive dei mezzi indispensabili per la loro formazione e il loro sostentamento.
La figura del catechista africano. Essa non ha riscontro nella Chiesa del nord del Mondo, tanto che sarebbe necessario coniare un nome diverso che aiuti a comprendere il loro importantissimo ruolo. Formalmente i catechisti sono uomini adulti, con un livello di scolarizzazione almeno media e sposati, perché è soprattutto attraverso la testimonianza di vita cristiana che si realizza un annuncio più incisivo ed efficace capace di rivoluzionare la vita di interi villaggi, dove ignoranza e superstizione sono alla base del perpetrarsi di condizioni di sfruttamento, di miseria e di morte. In questi paesi l’enorme estensione delle parrocchie, spesso più grandi delle nostre diocesi, la scarsità di clero, l’isolamento geografico, la pluralità di lingue e culture hanno fatto sì che i catechisti laici siano stati e continuino ad essere alla base del processo di evangelizzazione e di promozione umana e sociale. Si tratta di un laicato adulto competente, testimone di una fede profonda e capace di assumere, in comunione con il clero, la responsabilità della Chiesa e della società.
L’impegno assunto dalle famiglie catechiste. Dura tutta la vita. Si svolge in villaggi isolati e difficilmente raggiungibili, che nella maggior parte dei casi non sono quelli di appartenenza.
I compiti delle famiglie catechiste. Sono molteplici e forse destano un certo stupore in noi, abituati ad una Chiesa ancora fortemente clericalizzata. Oltre ad essere gli interpreti e i mediatori culturali in società ancora frammentate in diverse etnie e culture, svolgono il ruolo di operatori pastorali e liturgici: accolgono chi chiede di far parte della Chiesa, lo iscrivono nelle liste dei catecumeni, lo incontrano per annunciare la Buona Novella, preparano ai sacramenti adulti e bambini, sono responsabili dei funerali, assistono i poveri e gli ammalati, curano il servizio domenicale della liturgia della Parola in assenza del sacerdote. Ma soprattutto rappresentano un modello di riferimento per tutta la comunità comunicando, attraverso la propria testimonianza, la chiamata ad una vita nuova capace di trasfigurare attraverso un Vangelo testimoniato e vissuto, l’esistenza di interi villaggi. E questo perché ai catechisti in seno alle comunità in cui vivono spettano anche altri delicati e importantissimi compiti: l’alfabetizzazione, la formazione agro-pastorale, l'educazione alla salute, l'educazione civica, la promozione della dignità delle donne. I migliori animatori di comunità, i lavoratori più instancabili e responsabili, le famiglie più unite, testimoni di una relazione uomo/donna basata sul rispetto, sul riconoscimento di una pari dignità e sulla corresponsabilità nell'educazione dei figli, sono proprio le famiglie dei catechisti. Non per nulla anche la maggior parte delle vocazioni sacerdotali e religiose sorgono in seno alle famiglie di catechisti, i quali godono, se fedeli al loro incarico, di grande autorevolezza nei villaggi loro affidati.
La formazione di base delle famiglie catechiste. E’ molto accurata e si attua generalmente in due anni presso Centri diocesani in cui la famiglia va a vivere insieme ad altre famiglie in formazione. Ogni nucleo composto da mamma papà e figli, abita in una capanna costruita da loro stessi o in una piccola casetta messa a disposizione dai Centri di formazione più grandi. Per il loro mantenimento lavorano un pezzo di terra che viene loro assegnata.
Questo tempo lontano dal villaggio si dimostra un'esperienza importante per acquisire competenze necessarie allo svolgimento dei tanti compiti che li attendono.
Inoltre è utile per consolidare il rapporto di coppia, lontani dalle pressioni dei membri della famiglia allargata, che se da un lato rappresenta una ricchezza per i profondi e solidali legami che si creano, dall'altro rischia di interferire sull'autonomia del nucleo familiare e sulla libertà di spirito necessaria per la loro missione.
Il programma di formazione prevede l'alternarsi di tempi di preghiera, di lavoro, di formazione pastorale e catechetica (Sacra Scrittura, animazione delle Comunità Ecclesiali di Base, pastorale familiare, preparazione ai sacramenti) e lezione in diversi ambiti di promozione allo sviluppo (alfabetizzazione, formazione agro-pastorale, ed. sanitaria, formazione al lavoro). Programmi specifici di formazione sono inoltre rivolti alle donne e ai loro figli ai quali viene garantita l'istruzione scolastica e un’educazione integrale. Molte delle donne infatti non sono mai andate a scuola. Per loro vengono avviati specifici programmi di alfabetizzazione. L’istruzione della donna innalza la sua considerazione sia all’interno della famiglia che della società. Al termine del percorso formativo è la famiglia intera che è inviata ufficialmente in missione. Il catechista laico vive dunque e trasmette il messaggio cristiano inserito nella vitalità della famiglia e nella sua cultura e tradizione.
I catechisti che assumeranno il compito di formare i catechisti di base e sorvegliarne l’operato ricevono invece una formazione in genere di ulteriori 3 anni che si svolge per lo più in Centri interdiocesani.
Un missionario ci ha raccontato che in Sudan si era imbattuto in una comunità di cristiani Nuer che non avevano mai visto un prete, ma erano stati istruiti e battezzati da alcuni laici. Il loro desiderio più ardente da 17 anni era poter partecipare ad una Eucaristia. E come questa sono centinaia le comunità cristiane che continuano a vivere anche in contesti difficili grazie all’impegno generoso delle famiglie catechiste.
L’OPAM… Molte diocesi, specialmente in Africa, sono prive dei mezzi indispensabili per la formazione dei catechisti e il loro sostentamento, considerato soprattutto il numero elevato di quanti sono chiamati a svolgere questo servizio. Per questo anche terminato l’anno della fede abbiamo deciso di continuare l’iniziativa “Adotta una famiglia catechista in formazione”.
Abbiamo deciso di continuare il sostegno nelle diocesi della Provincia Ecclesiastica di Mbandaka- Bikoro, suddivisa in 7 diocesi quasi totalmente immerse nella foresta equatoriale (la seconda più grande del mondo) nella parte nord-ovest della Rep. Dem. del Congo. La presenza dei catechisti è fondamentale in questa vasta area di 420.674 km2 (l’Italia ha una superficie di 301.338 km² ) in piena foresta, priva di strade, con solamente 35 km di strada asfaltata in tutto il territorio.
Dalla tabella sottostante vi renderete immediatamente conto dell’importanza che i catechisti hanno perché sia possibile raggiungere l’immenso numero di villaggi molti dei quali isolati nella foresta e raggiungibili solo a piedi. Ma purtroppo nella maggioranza dei casi si tratta di catechisti auto formati o con una formazione estremamente carente per il ruolo importante che devono svolgere.
DIOCESI |
PRETI DIOCESANI |
PRETI RELIGIOSI |
PARROCCHIE |
CATECHISTI |
Mbandaka-Bikoro |
54 |
35 |
34 |
1.200 |
Basankusu |
29 |
2 |
20 |
1.319 |
Bokungu-Ikela |
21 |
7 |
15 |
761 |
Budjala |
43 |
0 |
18 |
970 |
Lisala |
63 |
3 |
28 |
1.032 |
Lolo |
18 |
2 |
9 |
336 |
Molegbe |
42 |
14 |
23 |
1.700 |
280 |
63 |
147 |
3.997 |
Al momento come OPAM sosteniamo la formazione dei catechisti nelle diocesi di Bokungu-Ikela e dallo scorso anno anche in quella di Budjala.
Il Centro di formazione della diocesi di Bokungu-Ikela sorge nel villaggio di Bokela. Qui le coppie in formazione biennale sono 26. I bambini presenti nel centro sono 69 di cui 61 in età scolare: 20 alla scuola materna, 25 alla scuola elementare, 16 alla scuola secondaria.
La formazione dei catechisti a Budjala avviene invece a Bondeko al Centro della diocesi e in cui sono accolte 12 famiglie.
Come aderire. Vi invitiamo a partecipare a questa campagna con una quota minima di 125 € l'anno con la quale si contribuirà a coprire i costi della formazione della coppia e della scolarizzazione dei figli (stipendi formatori, libri e materiale didattico, tasse scolastiche per i bambini, un piccolo contributo alle spese di vitto e alloggio).
Siamo alla vigilia del Sinodo della famiglia e ci sembra importante far conoscere questa splendida lezione che ci arriva dal Sud del Mondo e sostenerla con il nostro aiuto.
Vi chiediamo dunque di diffondere questa iniziativa nelle vostre parrocchie e nelle vostre comunità. Ci auguriamo di ricevere una risposta positiva che ci permetterà di poter estendere il sostegno anche ad altre realtà che attendono il nostro aiuto.