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In attesa di ricostruire le città, bisogna ricominciare a disseppellire la dignità della gente di Haiti sepolta da anni di incuria, miseria e indifferenza. Spenti i riflettori delle telecamere ora tocca a noi tenere accesi nostri cuori per non lasciar morire la loro speranza.
“Mi chiamo Jean-Renand Fenelon, ho 52 anni e sono un laico della diocesi di Port-de-Paix incaricato da oltre 20 anni di condurre nelle parrocchie del territorio iniziative in campo educativo.
Il terremoto che ha devastato il Sud del Paese ha messo in evidenza lo stato di Port-de-Paix , una cittadina-baraccopoli nel nord di Haiti.
Le fogne a cielo aperto rendono la vita impossibile. Mancano le strade asfaltate: persino muoversi a piedi è difficile, per la presenza di cumuli di immondizia, polli e maiali che circola indisturbati insieme a bande di monelli che si inseguono e giocano incuranti.
A Port-de-Paix le opportunità di lavoro sono quasi inesistenti. Anche qui, come nel resto del Paese, le scuole sono poche. L'istruzione, almeno sulla carta, è obbligatoria e dovrebbe essere gratuita per la fascia di età dai 7 ai 14 anni. In realtà la maggior parte delle famiglie non può permettersi di far studiare i propri figli, visto che di gratuito non c'è proprio nulla. E così l'analfabetismo è elevatissimo: circa il 75%. Dopo il terremoto la situazione è peggiorata, perché questa città ha dovuto condividere la propria miseria con i tanti profughi che cercavano accoglienza.
E’ necessario uscire dalla situazione di emergenza e, sebbene in mezzo alla precarietà, bisogna concentrare i nostri sforzi per aiutare la popolazione di Haiti a risollevarsi dalle macerie nella quali forse, ancor prima del terremoto, la storia di questo Paese ha sepolto le speranze della gente.
Prima del terremoto nella Diocesi avevamo promosso il Progetto Alpha (di cui sono il coordinatore) per l'alfabetizzazione degli adulti. Esso prevedeva non solo di insegnare a leggere e scrivere alla popolazione, ma anche di dare un'istruzione in senso più globale per educare le persone all'igiene, alla salute, ad una cittadinanza attiva.
Il progetto avviato nel 2005 ha coinvolto 10 Parrocchie per un totale di 52 centri. Nel triennio 2005-2008 ha permesso la formazione di 2.611 persone (595 uomini e 2.015 donne) dai 20 ai 60 anni. Poi gli uragani e infine il terremoto… e il progetto si è interrotto.
Ora vi chiediamo aiuto per ripartire. Vorremmo realizzare i corsi in un centinaio di centri. Ogni corso dura 6 mesi. Le lezioni si svolgono 5 giorni la settimana per due ore al giorno. L'80% dei partecipanti saranno donne e questo perché ci rendiamo conto che la loro istruzione ha delle ricadute immediate sul nucleo familiare che si estendono a macchia d'olio nell'ambiente sociale in cui vivono. Sono previsti 20 allievi per classe a cui prima del terremoto era chiesto un contributo di 30 centesimi. Il costo dell'intero Progetto per 100 centri, che comprende il materiale didattico e le spese di formazione dei formatori (cibo, trasporto e una piccola gratifica), è di circa 30.000 €. Vi chiediamo un contributo per sostenere parte delle spese. Aiutateci a far risorgere la speranza in questo nostro martoriato Paese. Vi ringrazio della vostra attenzione e vi prego di accogliere i miei più rispettosi saluti.”
La richiesta è accompagnata da una lettera di Mons. Pierre-Antoine Paulo, Vescovo di Port-de-Paix, il quale ha posto l’alfabetizzazione tra le priorità della sua azione pastorale per la rinascita del Paese ed è il responsabile ultimo del Progetto.
“Mi chiamo Jean-Renand Fenelon, ho 52 anni e sono un laico della diocesi di Port-de-Paix incaricato da oltre 20 anni di condurre nelle parrocchie del territorio iniziative in campo educativo.
Il terremoto che ha devastato il Sud del Paese ha messo in evidenza lo stato di Port-de-Paix , una cittadina-baraccopoli nel nord di Haiti.
Le fogne a cielo aperto rendono la vita impossibile. Mancano le strade asfaltate: persino muoversi a piedi è difficile, per la presenza di cumuli di immondizia, polli e maiali che circola indisturbati insieme a bande di monelli che si inseguono e giocano incuranti.
A Port-de-Paix le opportunità di lavoro sono quasi inesistenti. Anche qui, come nel resto del Paese, le scuole sono poche. L'istruzione, almeno sulla carta, è obbligatoria e dovrebbe essere gratuita per la fascia di età dai 7 ai 14 anni. In realtà la maggior parte delle famiglie non può permettersi di far studiare i propri figli, visto che di gratuito non c'è proprio nulla. E così l'analfabetismo è elevatissimo: circa il 75%. Dopo il terremoto la situazione è peggiorata, perché questa città ha dovuto condividere la propria miseria con i tanti profughi che cercavano accoglienza.
E’ necessario uscire dalla situazione di emergenza e, sebbene in mezzo alla precarietà, bisogna concentrare i nostri sforzi per aiutare la popolazione di Haiti a risollevarsi dalle macerie nella quali forse, ancor prima del terremoto, la storia di questo Paese ha sepolto le speranze della gente.
Prima del terremoto nella Diocesi avevamo promosso il Progetto Alpha (di cui sono il coordinatore) per l'alfabetizzazione degli adulti. Esso prevedeva non solo di insegnare a leggere e scrivere alla popolazione, ma anche di dare un'istruzione in senso più globale per educare le persone all'igiene, alla salute, ad una cittadinanza attiva.
Il progetto avviato nel 2005 ha coinvolto 10 Parrocchie per un totale di 52 centri. Nel triennio 2005-2008 ha permesso la formazione di 2.611 persone (595 uomini e 2.015 donne) dai 20 ai 60 anni. Poi gli uragani e infine il terremoto… e il progetto si è interrotto.
Ora vi chiediamo aiuto per ripartire. Vorremmo realizzare i corsi in un centinaio di centri. Ogni corso dura 6 mesi. Le lezioni si svolgono 5 giorni la settimana per due ore al giorno. L'80% dei partecipanti saranno donne e questo perché ci rendiamo conto che la loro istruzione ha delle ricadute immediate sul nucleo familiare che si estendono a macchia d'olio nell'ambiente sociale in cui vivono. Sono previsti 20 allievi per classe a cui prima del terremoto era chiesto un contributo di 30 centesimi. Il costo dell'intero Progetto per 100 centri, che comprende il materiale didattico e le spese di formazione dei formatori (cibo, trasporto e una piccola gratifica), è di circa 30.000 €. Vi chiediamo un contributo per sostenere parte delle spese. Aiutateci a far risorgere la speranza in questo nostro martoriato Paese. Vi ringrazio della vostra attenzione e vi prego di accogliere i miei più rispettosi saluti.”
La richiesta è accompagnata da una lettera di Mons. Pierre-Antoine Paulo, Vescovo di Port-de-Paix, il quale ha posto l’alfabetizzazione tra le priorità della sua azione pastorale per la rinascita del Paese ed è il responsabile ultimo del Progetto.
Contributo richiesto all'OPAM 10.000 €